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Votazioni 27.11.2016

No a rischi incalcolabili!

No all’iniziativa sull’uscita immediata dal nucleare


L’iniziativa popolare “Per un abbandono pianificato dell’energia nucleare”, su cui voteremo il 27 di novembre, è molto dibattuta a livello ideologico. Purtroppo passano in secondo piano i punti che veramente contano, vale a dire i fatti, le cifre, i riferimenti pratici.

Noi dell’UDC preferiamo essere concreti e realisti. Ci affidiamo a dati obiettivi e cerchiamo di avere una visione più completa della posta in gioco. E solo alla fine arriviamo alle nostre conclusioni. Ecco i fatti concreti:


Dipendenza dall’estero in inverno: L’energia elettrica prodotta in Svizzera (55% idroelettrico, 38% nucleare) corrisponde su base annua più o meno a quanto consumiamo. Ma, attenzione, questo non vale nei mesi invernali. Infatti siamo purtroppo già oggi costretti a importare grandi quantità di energia elettrica nella stagione invernale. L’energia importata proviene in prevalenza da Germania (centrali a carbone), Francia e Cechia (centrali nucleari).


Nucleare senza alternativa: Chiudere (come vuole l’iniziativa) le centrali nucleari di Beznau 1 e 2 e di Mühleberg nel 2017 significherebbe ridurre la produzione di 9 mia. kWh (15% del nostro fabbisogno). Dal 2029, dopo la chiusura della centrale nucleare di Leibstadt e di Gösgen (già nel 2024), ci mancherebbero i due quinti di energia sicura e affidabile prodotta in Svizzera. Questa energia mancante la potremmo compensare solo in minimissima parte con le nuove rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomassa). In tal modo aumenteremmo fortemente l’importazione.


Alto rischio di risarcimento: Le nostre 5 centrali nucleari hanno già investito nella sicurezza 6,3 mia. di franchi. In caso di accettazione dell’iniziativa parte di questi costi non potrebbero più essere ammortizzati. Inoltre il Fondo per lo smantellamento delle centrali nucleari prevede un finanziamento esteso a 50 anni. Se le centrali vanno chiuse prima (come vuole l’iniziativa) manchererebbero tanti soldi nel Fondo. Ci sarebbero quindi forti richieste (Axpo parla già di tre miliardi di franchi) di indennizzo nei confronti della Confederazione.


Attenti a chi vende illusioni: La chiusura delle centrali nucleari in Svizzera inciderebbe tanto sulla produzione in Svizzera, ma molto poco sulla produzione in Europa, che complessivamente scenderebbe solo dello 0,5%. La forza concorrenziale delle centrali idroelettriche non aumenterebbe, in quanto l’energia elettrica continuerebbe ad essere acquistabile a prezzi stracciati sui mercati internazionali anche in futuro, sulla base della domanda e dell’offerta.


Conclusioni

L’UDC vuole sicurezza e affidabilità nell’approvvigionamento energetico. L’UDC è favorevole alle misure ragionevoli di efficienza energetica, di sviluppo tecnologico per ogni forma di produzione (comprese le nuove rinnovabili) e di risparmio, ma è consapevole del fatto che il consumo di energia elettrica, nell’era della digitalizzazione, è in costante crescita. Quindi noi ci opponiamo alle misure che ostacolano l’accesso sicuro e affidabile all’energia elettrica.

È inutile voler promettere che l’energia dalle nuove rinnovabili (preziosa anch’essa, ma non adatta per la stabilità della rete) sarà in grado di sostituire la minor produzione delle nostre 5 centrali nucleari. È irresponsabile quindi mettere in pericolo la fornitura di energia elettrica sicura e conveniente per la popolazione e l’industria, specie in un cantone come il nostro, che proprio in inverno ha bisogno di maggiori quantità di energia elettrica, fra l’altro per alberghi e impianti di risalita.

La rinuncia alle nostre centrali nucleari pone pure il problema di fondo dell’indipendenza. Se l’iniziativa passasse saremmo costretti ad importare energia in quantità molto maggiori rispetto ad oggi. Saremmo quindi in balia di forze esterne, che per motivi evidenti ci detterebbero le loro condizioni. Ci direbbero anche quanto costa!

Per quanto riguarda la votazione a livello comunale raccomandiamo di accettare la revisione della Legge comunale sulla pesca. Revisione necessaria per permettere la costruzione e il mantenimento di un nuovo porto e che è stata accolta favorevolmente dagli stessi pescatori.

UDC Valposchiavo