No all'iniziativa popolare “Per imprese responsabili – a tutela dell'essere umano e dell'ambiente”
Questa iniziativa, come quella che propone il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico, si basa su presupposti sensati, ma sbaglia completamente nella loro attuazione pratica. Risulta quindi improponibile e da respingere, favorendo automaticamente il controprogetto sostenuto da Parlamento e Consiglio federale.
Le imprese svizzere attive su scala globale contribuiscono attivamente ed in maniera rilevante al progresso ed allo sviluppo economico del nostro paese. Quando operano sono tenute a rispettare i diritti umani e le leggi inerenti la tutela ambientale. Queste leggi devono però essere in linea con il diritto internazionale e non diventare estremismi legislativi e burocratici locali, con il rischio di esporre la Svizzera e le sue imprese ad infinite azioni legali. Serve trasparenza e diligenza, ma anche coordinazione. È nell'interesse di tutti, e con tutti intendiamo della popolazione globale, che il nostro pianeta viva e prosperi e con esso coloro che ci abitano, per questo motivo bisogna che la Svizzera si impegni in questo ambito con tutti i partner internazionali e non corra una solitaria maratona di intenti. Fare impresa in Svizzera, a tutti i livelli, deve essere e rimanere attrattivo, nella consapevolezza che avere la sede nel nostro Paese significa però anche operare da una nazione che si impegna, con forza, a livello internazionale, affinchè uomo e ambiente siano tutelati.
Consideriamo però un aspetto poco affrontato durante questo periodo che ci separa dalla chiamata alle urne: la responsabilità che abbiamo noi, cittadini di questo bellissimo Paese, come di tutto il resto del mondo, quando operiamo scelte economiche. Un'azienda, non importa di che tipo, lavora unicamente quando possiede un bacino di clientela che le permette di proporre in modo vantaggioso ed economicamente attrattivo i propri prodotti e i propri servizi. Siamo noi i giudici ultimi di un potenziale tribunale globale. Noi siamo coloro che decidono se comprare o meno un prodotto. Noi decidiamo quale azienda deve vivere e quale deve morire. Noi abbiamo il potere, e la libertà, di scegliere. Quando regaliamo un braccialetto d'oro al nipote appena nato, possiamo scegliere fra l'azienda che sfrutta e quella che collabora con la popolazione locale, dove l'oro viene estratto. L'azienda vive o l'azienda muore, noi scegliamo. Quando compriamo una tavoletta di cioccolata possiamo scegliere fra quella prodotta sfruttando le popolazioni locali e quella lavorata in loco, collaborando con loro. Un'azienda senza clienti muore e i clienti siamo noi. La stessa responsabilità l'abbiamo ogni volta che acquistiamo qualunque prodotto. Vogliamo migliorare il mondo? Semplice, scegliamo attivamente di farlo tramite le nostre azioni! Premiamo quelli che collaborano, siano esse società svizzere o società estere. Perché non dobbiamo dimenticare una cosa: un estremismo legislativo a livello svizzero non influisce in alcun modo sulle aziende con sede all'estero; scelte fatte da consumatori e investitori intelligenti e consapevoli invece si. L'azienda che non merita di vivere, morirà così, e spostare la sede non la salverà.
Raccomandiamo di respingere anche l'iniziativa “Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico”.
UDC Valposchiavo